La Scuola di San Lorenzo (denominata anche Nuova Scuola Romana o Officina San Lorenzo) nacque ufficialmente nel 1984 con la mostra Ateliers, tenuta presso il Pastificio Cerere di Via degli Ausoni a Roma, negli spazi industriali utilizzati come studi da un gruppo di giovani artisti.
Il gruppo in questione (Ceccobelli, Dessì, Gallo, Nunzio, Pizzi Cannella, Tirelli, assai vicini anagraficamente parlando essendo nati tra il 1952 e il 1956), si formò umanamente e professionalmente prima presso l’Accademia di Belle Arti di Roma durante i corsi di Toti Scialoja e poi con le esperienze dello spazio autogestito La Stanza, per trovare immediatamente il supporto di importanti gallerie italiane e internazionali come L’Attico, Gian Enzo Sperone, la Galleria Ferranti, Annina Nosei, Yvonne Lambert, Di Meo.
Il termine “scuola romana” si deve sia alla geografia di appartenenza e formazione professionale degli artisti (seppur soltanto Dessì e Tirelli siano nati a Roma), sia al precedente della Scuola romana fondata tra anni ‘20 e ‘30 a Via Cavour e formata da artisti quali Scipione, Mafai, Raphael, ispirati dal critico e storico dell’arte Roberto Longhi, una sorta di espressionismo fuori degli schemi retorici e celebrativi dell’epoca.
La Scuola di San Lorenzo, che prende il nome dallo storico quartiere romano nei pressi della Stazione e della città Universitaria, una periferia di resistenza che ha subito durante la Seconda Guerra Mondiale devastazioni e sgomberi, è stata per certi versi un movimento antagonista del coevo gruppo della Transavanguardia italiana, che ebbe immediatamente tanto successo di mercato e di critica. I tempi più lunghi e sotterranei della Scuola di San Lorenzo danno alle opere dei suoi protagonisti un aspetto meditativo ed esistenziale,
a tratti simbolico, intimo, oscuro e fatalista, ma anche espressione a tutti gli effetti di un genius loci anti moderno.