MICHAEL VENEZIA
Inaugurazione sabato 1 aprile 2023 ore 11,30
La sua opera si caratterizza per sperimentazioni legate alla riduzione della pittura ai suoi elementi fondamentali quale colore e bidimensionalità, l’eliminazione della gestualità grazie all’uso di pistole a spray fin dal 1966 e l’esaltazione oggettiva del fatto pittorico utilizzando barre (“bars”) e blocchi (“blocks”) di legno su cui stendere il colore a partire dalla metà degli anni Ottanta. Queste opere componibili a parete come vere e proprie installazioni modulari, costituiscono il tema principale della personale dal titolo Horizons di Palazzo Collicola (la sua prima mostra personale in uno spazio pubblico italiano), in cui sono esposte 15 “composizioni” spaziali realizzate proprio in Italia.
La mostra è un doveroso omaggio a un artista non solo legato al nostro paese da motivi familiari (i suoi antenati, pur essendo i genitori nati negli Stati Uniti, provenivano da Napoli e da Sciacca) e personali (vive alcuni mesi dell’anno vicino Trevi), ma anche perché fu proprio in Umbria che, vedendo un blocchetto di legno di quercia, ebbe l’idea, ispirato dagli affreschi di Giotto e Cimabue, di trasformarli nel supporto pittorico che più contraddistingue la sua opera: moduli di legno a forma di parallelepipedi allungati di lunghezza standard e variabile, con vari strati di colore sovrapposti, che vengono affiancati a formare delle vere e proprie strisce cromatiche.
Dopo le serie “Twills” (tessiture diagonali) realizzate a partire dal 1965, e poi via via “Stripes” (strisce) e “Sprays” (vernice a spruzzo), quella dei “Blocks” (blocchi) rappresenta la ricerca più estrema di Venezia, il quale concepisce tali composizioni come le parole di un testo privo di contenuto narrativo o di significati che non siano pertinenti alla struttura stessa del colore, materializzato su mensole pittoriche e volumi tridimensionali che gli danno corpo con la loro presenza oggettuale. Opere che senza negare il loro valore concettale riescono a fonderlo con impressioni cromatiche ed evocazioni poetiche, lasciando all’osservatore piena libertà di ricomporre una storia fatta di immagini silenziose e intime come icone astratte o paesaggi orizzontali.
La mostra è stata realizzata in collaborazione con la Galleria Alessandra Bonomo.
Nota biografica sull’artista
Michael Venezia è nato a Brooklyn (New York) nel 1935 e si è diplomato all’Art Students League di New York nel 1954, città in cui vive e lavora, pur passando alcuni mesi dell’anno nella sua casa e studio di Trevi.
Dopo aver vissuto e lavorato a Londra tra 1966 e 1967, nel 1971 le sue opere entrano a far parte della collezione del MoMA di New York, città che lo vede lavorare a fianco dei protagonisti negli anni Sessanta della corrente della Minimal art. Nel 1977 inizia la sua collaborazione con la Galleria di Gian Enzo Sperone, presso cui terrà diverse personali sia nella sede di New York nel 1977 e 1979 che in quella di Roma nel 1992 o mostre collettive come The Spirit of Drawings nel 1993. Gli anni Ottanta lo vedono impegnato in numerose mostre antologiche in spazi pubblici presso il Detroit Institute of the Arts nel 1980, il Memorial Art Gallery of the University of New York nel 1981, il Dia Center for the Arts - Dan Flavin Art Institute di Long Island nel 1983 e l’Hartnett Art Gallery della University of Rochester nel 1986. Nel 1992 è invitato prima alla mostra collettiva Slow Art: Painting in New York Now presso il P.S. 1 di Long Island a New York e poi nel 1998 a una mostra a fianco di Dan Flavin e Donald Judd presso la Galerie Rolf Ricke di Colonia. Gli anni Novanta lo vedono protagonista di diverse mostre antologiche in Germania, tra cui Wuppertal nel 1994, il Westfälischer Kunstverein di Münster e il Museum Moderner Kunst di Otterndorf nel 1997 e in Svizzera presso il Kunstmuseum Winterthur nel 1996.
Negi anni Duemila espone in numerose mostre personali e collettive presso la Galleria Häusler Contemporary di Zurigo, Monaco e Lustenau e la Galerie Greta Meert di Bruxelles.
Sue opere sono presenti, oltre al MoMA di New York, presso la LeWitt Collection, l’Australian National Gallery di Canberra, il Josef Albers Museum di Bottrop, la Kunsthaus di Zurigo, la National Gallery of Canada di Ottawa, Il Detroit Institute of the Arts e il Solomon R. Guggenheim Museum di New York, oltre a molti altri musei della Germania e della Svizzera.