Klaus Münch
Inaugurazione sabato 12 novembre ore 11,00
Attraverso le forme perturbanti ma anche straordinariamente realistiche di Klaus Münch possiamo leggere aspetti meno visibili del nostro universo/mondo, ma anche più carichi di implicazioni, soprattutto alla luce di quanto successo in anni di pandemie da una parte e di importanti scoperte scientifiche dall’altra. Da virus che hanno cambiato le sorti della storia a onde gravitazionali e fusioni di buchi neri che piegano spazi infiniti come fossero fogli di carta, il nostro universo, e noi con esso, si muove senza sosta tra l’infinitamente piccolo e l’infinitamente grande. L’opera di Klaus Münch sembra avvertire presagi oscuri ma anche tutta la ricchezza di queste realtà con estrema lucidità, con una vena di utopismo visionario e post romantico tipico di quegli altri mondi che solo scrittori e registi di film di fantascienza hanno saputo immaginare.
Come ha avuto già modo di scrivere sull’artista Bruno Corà, curatore della mostra, “quelle offerte dall’immaginario di Münch, con le sue cupole o calotte curve di plexiglas serigrafate con immagini di ingrandimenti al microscopio di organismi biocellulari, di cui da anni esplora le fantasmagoriche morfologie, ci appaiono come costellazioni articolate in gruppi di galassie”.
La mostra Nel più ampio cerchio in qualche luogo (la citazione è da alcuni versi di Rilke), che si compone di circa cinquanta opere tra grandi disegni, fogli di pvc e sculture semitrasparenti e specchianti di resina colorate realizzate tra il 1987 e il 2022, installate negli spazi del piano terra di Palazzo Collicola, diventa un vero e proprio viaggio tra forme di vita organica e cosmica, artificiale e spontanea, sintetica e batterica, in un percorso immaginifico di grande forza e fragilità allo stesso tempo, in cui lo sguardo e la seduzione del vedere attraverso rappresentano il contenuto subliminale della mostra.
Con l’occasione verrà pubblicato un catalogo edito da Forma con testi critici di Marco Tonelli (direttore di Palazzo Collicola), Bruno Corà e Aldo Iori.
Nota biografica dell’artista
Klaus Münch è nato a Freiburg (Germania) nel 1953. Ha frequentato l’Accademia di Belle Arti di Carrara e si è diplomato in pittura presso l’Accademia di Belle Arti di Monaco di Baviera. Vive e lavora tra la Germania e l’Italia.
La sua prima mostra personale si tiene nel 1987 presso lo Studio Gianni Caruso di Torino, a cui seguiranno altre personali presso la Galleria Rossana Ferri di Modena (1993), la Galerie Albert Baumgarten di Friburgo (1995), Opera Paese a Roma (2000), Giardino al CAMEC di La Spezia (2006), Nuovi Organismi spaziali presso a Palazzo Panichi di Pietrasanta (2013), Gocce di spazi paralleli alla Fabbrica del Vapore di Milano (2016), Resine, PVC, Cupole (1987-2018) presso il CAMUSAC di Cassino (2018-2019).
Ha esposto in varie mostre collettive in musei e spazi europei e italiani tra cui il Nebeneben a Monaco di Baviera (1986), il Musée d’Art et Histoire di Metz (1988), nella rassegna Jeune Sculpture di Port d’Austerlitz di Parigi (1990), presso la Pinacoteca Civica di Fabriano nella mostra Contemporanea (1997), il Kunstverein Freiburg di Friburgo (2005), mentre nel 2017 partecipa sia alla rassegna Artsite – Residenze Reali nei Castelli di Gove e Racconigi che al Palazzo Belmonte Riso a Palermo.
Nel 2002 partecipa alla manifestazione Scultura internazionale presso La Mandria, Venaria Reale di Torino, nel 2006 è invitato alla XII Biennale Internazionale di Scultura di Carrara e nel 2007 espone nella rassegna Artempo a Palazzo Fortuny a Venezia nell’ambito della LII Biennale di Venezia.
Nel 2012 vince il concorso per l’installazione di un’opera nella città di Donaueschingen in Germania nell’ambito della manifestazione Heirnattage Donaueschingen Skulpturenweg del Museo Biedermann.
Le due esposizioni più recenti risalgono al 2020 con la mostra Plastic Fantastic alla Galerie Albert Baumgarten di Freiburg e nel 2021 alla Biennale Socle du Monde presso HEART Museum di Herning in Danimarca.