MATTEO MONTANI
Spoleto, Palazzo Collicola, 26 marzo - 29 maggio 2022
Matteo Montani è nato a Roma nel 1972. Vive e lavora a Bologna. Formatosi nelle Accademie di Belle Arti di Urbino e Roma, dopo aver frequentato come assistente lo studio di Alfredo Pirri, inizia la sua attività espositiva tra il 1997 e il 1998. La prima mostra in galleria è del 2000 allo Studio Casoli di Milano. Nel 2001 vince il Premio Suzzara e riceve la commissione per un’opera permanente nella facoltà di Comunicazione e Linguaggio all’Università di Roma 3; seguono le mostre alla Galleria Bonomo di Roma (2004) e Bari (2005) e l’acquisizione da parte della collezione Unicredit Milano di due sue opere.
Nel 2007 comincia il sodalizio con il gallerista Fabio Sargentini che lo vede esporre a L’Attico con due mostre personali (2007 e 2016) e sei collettive. Partecipa alla XV Quadriennale di Roma nel 2008 e sempre in quell’anno tiene la sua prima personale al Museo d’Arte di Ravenna. Seguono diverse mostre e partecipazioni a importanti rassegne e premi nazionali tra i quali Il Premio Cairo (2008), Il Premio Lissone (2009) Nuova Creatività Italiana (2011), mentre tra le mostre in gallerie si ricordano Paci (Brescia 2009), Otto Gallery (Bologna 2010, 2013), Kalfayan Galleries (Atene 2010). Del 2010 è la prima mostra negli Stati Uniti alla Casa Italiana Zerilli Marimò di New York, mentre nel 2011 si tiene la mostra personale presso il Museum am Dom di Würzburg, città che ospita permanentemente una sua grande opera nella Cattedrale. Nel 2012 si celebra un incontro speciale con il Maestro Vasco Bendini con una doppia personale al Museo Carichieti di Palazzo de Mayo a Chieti e l’anno seguente si aggiudica il premio speciale della giuria al Premio Michetti a Francavilla al Mare, premio che vincerà nel 2018. Tra il 2013 e il 2014 espone al Museo Henrick Christen Andersen di Roma, occasione in cui un’opera in mostra verrà acquisita dalla Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma. Nel 2015 è protagonista di una mostra personale a Milano alla galleria Luca Tommasi Arte Contemporanea, dove esporrà con altre due personali nel 2017 e nel 2020. Nel 2016 torna a New York con la mostra Once Upon a Time Life, Again presso la galleria Elkon.
A lungo andare è il titolo della mostra personale del 2019 presso la galleria di Valentina Bonomo a Roma, preceduta da due collettive
a Londra, all’Istituto Italiano di Cultura e alla Rosenfeld Gallery. Nello stesso anno espone due opere al Serlachius Museum in Finlandia, una delle quali entra a far parte della collezione
permanente del Museo. Il 2020 si chiude con l’acquisizione da parte dei Musei Vaticani del libro d’artista Per la fine del tempo. Nel 2021 espone un ciclo di opere su carta dl titolo
Nel rovescio della palpebra alla Otto gallery di Bologna, con la quale parteciperà anche all’edizione di ArtVerona, vincendo il premio Level-0 che lo vedrà coinvolto in una mostra personale
al Museo d’Arte Moderna Giovanni Carandente di Spoleto, nella primavera del 2022. Sempre nel 2021 il progetto Nei colori del giorno è vincitore del Piano Arte Contemporanea 2020 indetto dalla
Direzione Generale Arte Contemporanea: l’artista realizza un’opera murale sulla parete esterna del Museo Manzù di Ardea (RM). Nello stesso anno l’opera Il nuovo giorno è esposta a La Galleria
Nazionale di Arte Moderna di Roma.
Con il progetto di Matteo Montani Costellazione privata, Palazzo Collicola rinnova l’attenzione verso la ricerca pittorica contemporanea, ospitando il lavoro di un pittore italiano accreditato anche a livello internazionale. La mostra, a cura di Davide Silvioli, si snoda all’interno delle sale della Galleria d’Arte Moderna di Palazzo Collicola. L’intervento dell’artista si compone di una serie di opere – mai esposte finora – risalenti a periodi differenti ma accomunate dalla raffinatezza data dal formato ridotto, esito di una selezione che il pittore romano ha operato direttamente all'interno delle superfici pittoriche stesse, estrapolandone esclusivamente dettagli che mettono in luce le diverse cifre stilistiche della sua rigorosa ricerca. Il lavoro di Montani, così, si delinea al pari di una nuova presenza estetica nel mezzo delle opere che compongono la collezione permanente, suggerendo ora affinità linguistiche inaspettate e ora dissonanze ricercate.
Così strutturata, l’operazione, pur nel suo essere disseminata come una costellazione, proprio come quest’ultima è da leggersi come un unicum, quindi come un medesimo intervento site-specific, mirato a fornire chiavi di lettura alternative per interfacciarsi tanto con il patrimonio artistico contemporaneo di Palazzo Collicola quanto con la ricerca di Montani. Attraverso una cerchia di opere espressamente selezionate o realizzate per l’occasione, l’esposizione si muove su questi due binari paralleli – la collezione e il lavoro di Montani – che, contaminandosi nell’esperienza di mostra, scaturiscono nuovi spunti d’interpretazione sia nei confronti dell’uno che dell’altro. Un alfabeto, quello dell’autore, in grado di porre in crisi le convenzioni storiche dell’astrazione, delineando la sua pratica al pari di un territorio dove le norme del visibile e quelle dello scibile si riconfigurano, risolvendosi in apparizioni cromatiche, formali e gestuali caratterizzate da un senso dominante di evanescenza, rarefazione, fluidità, trasfigurazione. Le sue realizzazioni, secondo tali accenti, riconducono all’ordine della biologia, al mondo del macroscopico, alla morfogenetica e alla spettrografia, discostandosi dall’autoreferenzialità propria dell’aniconismo ortodosso.
La titolazione Costellazione privata, pertanto, oltre a rinviare alla già citata identità inedita, unica e dislocata del progetto, richiama la dimensione cosmica implicita nel lessico di Montani, nonché l’inclinazione della sua estetica a protendere verso la categoria dell’imperscrutabile; attitudine riconoscibile nell’attenzione della sua sperimentazione verso quell’altrove che, sotto varie forme, identifica la parte ora universale e ora subliminale, ora fisica e ora metafisica della realtà. L’evento, fra quelli che aprono la prima stagione espositiva del 2022 della programmazione di Palazzo Collicola, vede la collaborazione con la galleria OTTO Gallery di Bologna ed è nato in occasione della nona edizione di Level-0; format della rassegna Art Verona che mette in connessione musei e fondazioni con gallerie.