Grazie al talento nell’esecuzione dei dettagli e la fantasia nell’architettare scene di complessa composizione il pittore spoletino Cesare Augusto Detti riuscì ad incontrare il gusto della ricca borghesia europea ed internazionale, raggiungendo la notorietà nella Parigi della belle époque dove i suoi numerosi ritratti, le scene di genere frivole e accattivanti con ambientazioni orientaliste o neo settecentesche vennero lodati dai critici dei Salons e dai collezionisti che contribuirono alla conoscenza delle sue opere anche oltreoceano.
Gli echi dei successi parigini e internazionali del Detti arrivarono ben presto anche nella sua città natale dove nel 1894 venne costituito un comitato presieduto dal marchese Filippo Marignoli per onorare l’illustre concittadino.
Il pittore spoletino ne fu talmente lusingato che così scriveva al Sindaco Ferretti nel maggio del 1895: Io so di non meritare un così grande attestato di benevolenza, ma esso mi procura il più dolce momento della mia vita d’artista. Lontano per tanti anni dalla mia patria adorata non l’ho mai dimenticata e sono orgoglioso di non essere dimenticato.
Al successo parigino e internazionale di Cesare Augusto Detti e alle gratificazioni ricevute dai suoi concittadini si deve l’arrivo a Spoleto di questo dipinto oggi collocato nel Palazzo Comuale.
La tela, provvista di una cornice lignea riccamente intagliata a motivi floreali e nastriformi, fu donata nel 1912 al Comune di Spoleto come lui stesso annunciava in una lettera indirizzata da Parigi al Sindaco Salvatore Fratellini.
Il dipinto, che nel 1910 aveva partecipato all’Esposizione internazionale di Buenos Aires, raffigura un personaggio di alto rango in costume seicentesco, affiancato da un elegante mazziere, meticolosamente descritti in ogni particolare dei ricchi costumi da parata e dei gioielli. Si tratta di Enrico I Duca di Guisa detto “lo sfregiato” che fondò nel 1576 la Lega Cattolica e che sterminò gli Ugonotti in una serie di massacri il più famoso dei quali è noto come la Notte di San Bartolomeo.
In base a quanto tramandato da Giuseppe Pavoni in un articolo del 1941 pubblicato su “L’Alta Spoleto”, al personaggio secondario che affianca il Duca di Guisa Detti diede le sembianze del custode dalla Pinacoteca civica, Sensidonio Panetti, un “vecchio garibaldino” che il pittore spoletino conobbe probabilmente in occasione di una delle sue visite in città.