La vivace scena di genere in costume qui presentata si inserisce in uno dei filoni più praticati da Cesare Augusto Detti ed evidenzia pienamente il virtuosismo pittorico dell’artista.
Il dipinto rievoca il celebre combattimento del 27 aprile del 1578 ricordato per il suo epilogo sanguinario fra tre dei favoriti reali di Enrico III di Francia e i tre della casa di Guisa, che costituisce il culmine del romanzo di Alexandre Dumas La Dame de Monsoreau, il volume centrale della trilogia di Valois.
In entrambi i casi I mignons, in particolare i favoriti del re, si erano fatti disprezzare sia dalla corte che dal popolo per il loro modo di trattare la plebe e indossare abiti fatti interamente di velluto fiammingo e ricami d'oro.
Proprio l’abilità tecnica nel rendere gli effetti cangianti delle stoffe e la raffinatezza di velluti e merletti così come la ricca gamma cromatica affiancata da un notevole equilibrio coloristico, compositivo e disegnativo contribuirono al successo parigino di Cesare Augusto Detti.
La ricca collezione di tessuti appartenente al pittore spoletino servì sicuramente da modello per gli effetti brillanti delle stoffe qui riprodotte con pennellate leggere e brillanti, ricche di effetti coloristici che fannoipotizzare una datazione non molto tarda del dipinto, che comunque venne realizzato anteriormente al 1885, data in cui venne pubblicato nel periodico francese “Paris illustré”.
Il dipinto venne acquistato nel 1939 dal Comune di Spoleto dall’allora proprietario Antonio Babbini, che lo ricevette in dono da Cesare Gonzalo, figlio del pittore spoletino in seguito all’amicizia venutasi a creare durante le trattative che intercorsero dopo la morte del Detti per la donazione di alcuni dipinti alla sua città natale.
Il Babbini, vice-segretario comunale, nel maggio del 1914, inviato a Parigi, venne inaricato dall’Amministrazione comunale di presenziare alle esequie del pittore con una corona che riportava nel nastro il testo redatto dall’amico archeologo Giuseppe Sordini.