mostra collettiva a cura di Simone Ciglia
Inaugurazione 23 marzo 2025 ore 11.30
Il piano terra del museo ospita la mostra collettiva Il campo espanso. Arte e agricoltura in Italia dagli anni Sessanta a oggi, a cura di Simone Ciglia. Il progetto espositivo, che vede la partecipazione di oltre trenta artisti, si propone di esplorare il territorio artistico all’intersezione tra arte contemporanea e ruralità in Italia, partendo da uno sguardo sulla storia recente per ripercorrere alcune linee fondamentali di ricerca dal secondo Novecento.
L’esposizione nasce da una ricerca condotta dal curatore e confluita nel libro Il campo espanso. Arte e agricoltura in Italia dagli anni Sessanta a oggi, pubblicato da CREA nel 2015. Gli artisti coinvolti, anche grazie a prestiti e collaborazioni con istituzioni quali la Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea di Roma, sono: Stefano Arienti, Massimo Bartolini, Riccardo Baruzzi, Elisabetta Benassi, Joseph Beuys, Alighiero Boetti, Claudio Costa, Enzo Cucchi, Mario Giacomelli, Luca Francesconi, Leoncillo, Marzia Migliora, Elisa Montessori, Luigi Ontani, Pino Pascali, Luca Maria Patella, Diego Perrone, Armando Pizzinato, Moira Ricci, Lorenzo Scotto di Luzio, Bruno Toscano.
La mostra vede inoltre la partecipazione delle residenze Interferenze / Liminaria; Pollinaria con Futurefarmers e Daniela D’Arielli; e dell’azienda Agricola Due Leoni con Carlo Angelini, Marina Apollonio, Dennis Balk, Alan Belcher, Guillaume Bijl, Nicolas Boulard, Francesco Ciavaglioli, Jeremy Deller, Mark Dion, Ryan Gander, Liam Gillick, Marc Goethals, KAWS, Alexandra Kehayoglou, Peter Kogler, Joseph Kosuth, Richard Merkle, Jonathan Monk, Emilio Prini, Vladimir Radunsky, Steve Reinke, David Shrigley, Diana Thater, Cosima von Bonin, Heimo Zobernig, e delle Fondazioni: Fondazione La Raia con Teresa Giannico e Francesco Jodice; Parco Arte Vivente (PAV) con Regina José Galindo, Fernando García-Dory, Piero Gilardi, Ugo La Pietra, Claire Pentecost, Petr Štembera, Wurmkos; No Man’s Land con Jean-Baptiste Decavèle e Yona Friedman.
Contributo fondamentale alla mostra è dato dall’azienda Monini, da sempre sensibile alle iniziative culturali promosse nel territorio spoletino.